10 – 11 – 12 settembre 2021, in questo fine settimana la macchina del tempo ha fatto fare a Porretta Terme un salto di novant’anni. Una trentina di equipaggi, con auto affascinanti, hanno fatto rivivere l’atmosfera che si respirava nei gloriosi anni trenta, quando lungo le strade dell’Appennino sfrecciavano Nuvolari, Ferrari, Morandi, Maserati e gli altri eroici piloti che hanno reso mitico il Circuito delle tre provincie.
Venerdi i partecipanti sono stati accolti al Teatro Testoni dove si è svolto l’ interessante convegno “Coppa Porretta, quando correndo si mangiava la polvere” durante il quale il Presidente della Commissione manifestazioni dell’ASI, Luca Manneschi e la giovane Irene Patisso hanno ricreato l’atmosfera dell’epoca attraverso la lettura di un emozionante racconto.
Domenico Giacchini, Vice presidente dell’ANGET (Associazione Nazionale Genieri e Trasmettitori) ha impressionato la platea ripercorrendo la storia delle comunicazioni e spiegando come gli uomini del Genio trasmissioni resero possibile il collegamento in tempo reale di tutte le postazioni di cronometristi e commissari lungo i 128 Km del percorso mediante grande dispiego di uomini e mezzi.
L’intervento conclusivo del Dott. Luca Manneschi ha riguardato la storia della misurazione del tempo, con diretto riferimento all’evoluzione del cronometraggio nelle competizioni.
Dopo la teoria, si è passati alla pratica, ed ecco che sabato mattina, auto e piloti si sono presentati alla partenza, in Via Mazzini, ora come allora, tra due ali di pubblico festante. Alle 9.15 il Sindaco di Alto Reno Terme, Giuseppe Nanni, ha dato il via al primo equipaggio, Luca Antonino, sulla FIAT Tipo 1 Sport del 1908 che è partito per ripercorrere il tracciato originario del Circuito.
Ognuna delle auto aveva una storia da raccontare, un vissuto importante, ben raccontati dai proprietari che le hanno condotte salendo in Toscana attraverso i castagneti, i faggeti e le abetaie, fino a raggiungere il passo dell’Abetone. Dopo la sosta ristoratrice, rinfrescati da una leggera pioggia, scesa quasi esclusivamente per mostrare l’abilità degli autisti nell’alzare le coperture in tela, la storica carovana ha iniziato la discesa lungo il versante modenese, mettendo a dura prova l’abilità degli autisti: frena, sterza, cambia, piano, basta, attento, erano le parole ricorrenti, scandite dai navigatori, leggendo le note del corposo road book, che conteneva anche le notizie salienti sui luoghi attraversati, diventando una vera e propria guida da conservare.
Tante le auto che avrebbero potuto aver corso le edizioni originarie. La OM 665 Spider MM del 1927 di Gianni Morandi, stesso modello del vincitore dell’edizione del 1929 che portava pure il medesimo cognome.
Le Lancia Lambda, reduci dai recenti festeggiamenti per il loro centenario, hanno stupito per la loro modernità, il funzionamento regolare e silenzioso.
Le Afa Romeo 1750 6C di Davide Momo e la Bugatti T37A di Luca Ciucci hanno fatto sognare i duelli tra Tazio Nuvolari e Giorgio Fagioli che, con auto analoghe, si erano sfidati novant’anni prima.
Le dimensioni, portate con eleganza regale, dalla Lancia Astura Cabriolet carrozzata Vanden Plas portata a Porretta da Domenico Callegaris ha destato la curiosità dei più giovani, che oggi collegano il marchio di Borgo San Paolo unicamente alla piccola Ypsilon.
La rarità dell’Itala 65 Sport di Ferruccio Telò ha creato diversi capannelli di osservatori che, frugando sul web, ne cercavano le origini e la storia.
Una menzione speciale va alla Contessa Elena Di Tocco che ha riportato sulle strade della Coppa Porretta, guidandola con grande maestria l’OM 465 Sport del padre Felice da poco scomparso.
Tutti gli equipaggi hanno fatto ritorno, stanchi ma felici, in Via Mazzini, dove il museo viaggiante ha trascorso la notte sorvegliato dall’occhio vigile dei custodi e prestandosi agli obiettivi dei numerosi appassionati che ne hanno fotografato i particolari più caratteristici.
Domenica mattina protagonista è stato il pubblico, che è stato chiamato a votare l’auto preferita. I tanti visitatori accorsi nella cittadina termale si sono interessati alla storia di questa gara ed incuriositi hanno tempestato di domande i collaboratori del Club ed i piloti. La vettura più votata è risultata essere l’ Alfa Romeo RL di Giovanni Brichetti, fresca di restauro e imponente con il suo caratteristico radiatore aereodinamico.
La vettura presente nel maggior numero di esemplari è stata la Balilla, che, a distanza di quasi novant’anni, si afferma ancora tra le più riconoscibili e tra le più ammirate perché “ l’aveva anche il nonno” e perché “l’ho vista nel film”
La parola maggiormente pronunciata durante questo indimenticabile evento è stata sicuramente “Passione” riferita a tutti i soggetti coinvolti.